Accadde oggi: 26 giugno 1819, viene brevettata la bicicletta.
Ci sono invenzioni che sembrano esistere da sempre, e invece il velocipede, o biciclo, o bicicletta è una delle grandi innovazioni rivoluzionarie Dell’Ottocento, e si diffuse poi capillarmente a partire dalla Belle Epoque.
Questo semplice ma sofisticato meccanismo ha permesso a intere generazioni di muoversi in libertà, senza costrizioni, coprendo anche distanze notevoli, ed oggi è il mezzo di trasporto più ecologico ed ecocompatibile.
Un mezzo del popolo per il popolo, che consentiva ai garzoni di lavorare per fare le consegne, agli operai di recarsi in fabbrica abitando in quartieri più lontani e quindi riuscendo a permettersi alloggi più decorosi, ai giovani di muoversi, oggi come allora, senza dover sempre chiedere passaggi agli adulti.
Ha grandi artisti come cantori, da Paolo Conte a Umberto Eco.
Le gare di bicicletta sono diventate famose, e le vite dei grandi campioni delle due ruote vere epopee: Bartali e Coppi, Moser, Eddi Merckx, la sfortunata parabola di Pantani sono ormai storie entrate nella leggenda. Ma la bici, compagna di vita, è anche entrata a pieno titolo nei proverbi e nei modi di dire. Da “Hai voluto la bicicletta, e adesso pedala!” A “Via, pedalare!” racconta un mondo in cui i ciclisti si danno d a fare senza troppe lagne, perché sono gente che bada al sodo, in un mondo spesso pieno di fuffa.
La bicicletta, la schiva protagonista di epoche ed epopee

Mariangela, grazie di avere ricordato questo anniversario!
La bicicletta, per me simbolo di libertà, come scrive Donatella Allegro in un bel libro (E io pedalo – Donne che hanno voluto la bicicletta): “Ancora oggi, in molti paesi del mondo le donne non possono andare in bicicletta. Perché? Forse perché la bici è simbolo e insieme strumento concreto di libertà e liberazione: è un mezzo poco controllabile (e quindi sottilmente eversivo), è un prolungamento del corpo (e dunque potenzialmente scandalosa), è economica (e dunque troppo democratica). Sono tante le donne nella storia che hanno “voluto la bicicletta” per pedalare fiere per le vie del mondo. (…) Siamo qui per raccontarvi delle storie. Storie di bici e storie di donne, che spesso hanno cercato la libertà pedalando. Perché? Forse perché la bici è democratica, è poetica, è per tutti. La bici è libertà”.
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