Marciano e Pulcheria, gli imperatori casti

Accadde oggi:il 26 gennaio 457 muore l’imperatore Marciano, sposo casto dell’imperatrice Pulcheria.

Il matrimonio casto di Marciano e Pulcheria

È il matrimonio non consumato più famoso della storia, quello del generale Marciano e dell’imperatrice Pulcheria. Lei era la nipote di Teodosio I il Grande, e nel 414 era diventata imperatrice a Costantinopoli, come reggente per il fratello minore Teodosio II.
Pulcheria veniva fuori da una famiglia di cristiani fanatici (il padre Teodosio era stato amico e discepolo di Sant’Ambrogio) e fin da ragazza dimostro un carattere forte, molto più di quello del fratello Teodosio II, che invece era una banderuola ad ogni vento.

Pulcheria imperatrice
Ritratto di Pulcheria imperatrice

Pulcheria imperatrice sale al trono e fa voto di castità

Alla morte del padre Arcadio, nel 408, metà dei generali di Costantinopoli si proposero come mariti di Pulcheria, ma la ragazza si trincerò dietro al fatto di aver fatto voto di castità. Il principale candidato era l’alano Aspare, che lei rifiutò. Non era solo il forte sentimento religioso a spingerla, ma anche un calcolo di potere. Sposandosi, il marito avrebbe comandato su di lei e sull’impero. E Pulcheria non era donna da accettare queste imposizioni. Soprattutto da un barbaro.

Pulcheria e Teodosio II, una sorella ingombrante

Quando Teodosio II fu abbastanza grande per salire al trono, nel 414, Pulcheria formalmente si ritirò, ma restò una presenza ingombrante a corte. Bigotta e fanatica, prima scelse la moglie per il fratello, Eudocia, poi la convinse, visto che era di nascita pagana, a convertirsi, e tenne la coppia sotto un ferreo controllo. Pulcheria metteva bocca su tutto, ma aveva una vera passione per le controversie religiose. Fece allontanare da Costantinopoli gli ebrei, convinse il fratello a dichiarare guerra ai Persiani perché questi non seguivano la religione cristiana, e cacciò da Costantinopoli il patriarca Nestorio, che fu considerato eretico. Fu tollerante solo con gli Ariani, ma solo perché erano ariani tutti i barbari al servizio dell’impero. E Pulcheria era fanatica ma non scema. Sapeva benissimo che senza le truppe di Goti e Alani Costantinopoli sarebbe caduta nel giro di pochi giorni.

L’allontanamento di Pulcheria e la salita al trono come imperatrice

Ad un certo punto, però, persino al pallido ed esangue Teodosio II girarono le scatole per le continue ingerenze della sorella.
Nel 441 scoppiò una guerra fredda fra Pulcheria e il nuovo cubiculario imperiale, ovvero una sorta di segretario generale del palazzo. Crisafio. Il cubicolario, con grande stupore di Pulcheria, la spuntò su di lei, che fu allontanata dalla corte.
Ma durò poco. Nel 450 Teodosio morì, senza aver lasciato eredi diretti. Crisafio e Pulcheria tornarono a scontrarsi, ma al contrario del cubicolario, Pulcheria era femmina e poteva giocarsi la carta dal matrimonio. Il prescelto fu Marciano, generale di origine Tracia già noto per le sue imprese belliche e ben voluto dai barbari al servizio imperiale. Pulcheria acconsentì a sposarlo, facendolo divenire imperatore. Ma pose una condizione: il matrimonio non doveva essere mai consumato, perchè Pulcheria voleva rimanere fedele al voto di castità pronunciato in gioventù.

Ritratto di Marciano imperatore
Ritratto di Marciano imperatore

Marciano imperatore

Non sappiamo se per Marciano questo fosse un gran sacrificio. In ogni caso accettò senza troppi traumi e divenne imperatore. Un buon imperatore, dal punto di vista orientale. Marciano non era interessato per nulla alle vicende dell’impero di Occidente, che ormai considerava perduto. Riaprì le ostilità con gli Unni rifiutandosi di pagare loro il tributo che fino ad allora i suoi predecessori avevano versato per evitare invasioni. Riuscì a fermarli e a dirottarli contro la Gallia e l’Occidente. Non mosse un dito quando i Vandali di Genserico devastarono Roma, adducendo come scusa il fatto che anni prima, quando era stato lui stesso preso in ostaggio da Genserico, aveva promesso di non combattere più contro di lui. Anche Pulcheria, del resto, pareva poco interessata alle sorti dei cugini occidentali che erano sul trono a Roma e a Ravenna. Che infatti vennero abbandonati a loro stessi senza un lamento.

Pulcheria, Ipazia e il concilio di Calcedonia

Pulcheria era invece sempre più presa dalle sue controversie religiose e dalla lotta contro eretici e pagani. Fece convocare il Concilio di Calcedonia nel 451, in cui venne definito il Credo ancor oggi recitato nelle chiese cattoliche. Fu probabilmente coinvolta anche nell’omicidio della filosofa pagana Ipazia, ad Alessandria d’Egitto. Nel luglio del 453 Pulcheria si ammalò e morì. Il trono era ancora in mano al marito, Marciano, che ovviamente non aveva potuto avere da lei alcun erede, ed era affidato alla protezione di Aspare. Marciano invece morì nel 457, di malattia. Pare che durante un pellegrinaggio si fosse ferito accidentalmente e la cosa degenerò in cancrena. Finiva così la dinastia teodosiana.
Aspare mise sul trono a quel punto un altro suo uomo, Leone I e nel 471 finì malissimo, assassinato assieme ai figli in una congiura di corte. Per tutta la vita aveva sfiorato il trono senza mai toccarlo.

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3 Comments

  1. Mi sta appassionando, “colpa” tua… 🙂 o merito va, che è meglio. Devo dissotterrare i libri di storia.
    Tra l’altro è un sistema complesso: politica, religione, ma anche arte, arte per fare politica, diplomazia… la storia è così.
    Grazie della serie di articoli

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