Quando si parla oggi di Europa delle Banche con spregio, bisognerebbe ricordarsi di lui, Jacob Fugger, che fu un esempio tipico dei banchieri del Rinacimento, spregiudicati e senza scrupoli, ma fondatori di quella cultura comune europea che ancora oggi è la nostra più profonda identità comune
C’è questo ragazzetto, biondino, seduto con una gamba a penzoloni sulla sponda del canale. Ha gli occhi di un colore verdastro incerto, come l’acqua della laguna, verdastra anche lei, perché con tutto il via vai di barche e navi più che acqua sembra fango.
Il giovane Jacob Fugger, un ragazzino nella Venezia dei banchieri
Ha quattordici anni, però ha già visto più mondo di quanto ne vedranno molti suoi coetanei e tanti adulti. Viene da Augusta, dalla Germania, ed è arrivato a Venezia per curare gli interessi di famiglia, i Fugger.

Un ragazzino? Un quattordicenne? A curare gli interessi di una famiglia che in meno di cent’anni è diventata una delle più ricche della Germania e dell’Europa? Eh sì, si cresce in fretta in questi anni qui, che per noi sono cavallo fra il Medioevo che si chiude e il Rinascimento che inizia.
È il 1473 quando Jacob Fugger arriva nella città lagunare che allora era come New York oggi o Shangai. Un crocevia di commerci dove ogni mercante andava o sognava di andare. E Jacob era lì, mandato dai suoi, per fare apprendistato.
Il fondaco dei Tedeschi e i banchieri del Nord a Venezia
Il suo ufficio si trovava nel Fondaco dei Tedeschi. No, non quello che vediamo oggi, e che è stato ristrutturato come centro commerciale. Era un edificio più antico, che andò bruciato pochi anni dopo che Jacob era tornato in Germania. Era un edificio commerciale, stipato di uffici di cambiavalute, banchieri e mercanti tutti provenienti dal Nord. Il giovane Jacob si fa subito fama di uno che la sa lunga. Quando si tratta di affari, ragazzi, quell’adolescente è più scafato di gente che ha sulle spalle anni di mestiere. Del resto la sua famiglia, che è partita come i Medici di Firenze con il commercio delle stoffe, la sa lunga. Presta soldi ai potenti di Europa, agli imperatori di Germania. E anche se qualche volta i rischi connessi sono grandi – uno dei fratelli è andato in fallimento quando l’imperatore OPS! ha “dimenticato” di restituirgli un prestito – hanno miniere in Boemia, manifatture di stoffe a Norimberga e fra i loro clienti il Papa, per cui raccolgono le imposte in Germania.
Jacob a Venezia però non bada solo ai soldi. È un uomo del Rinascimento, e quindi i soldi sono un mezzo, non un fine. Gli piace girovagare per le calli, e perdersi, magari farsi una birra con gli altri tedeschi del Fondaco, ma anche visitare i palazzi degli amici veneziani e guardarli per bene. In Germania non c’è ancora niente del genere, le architetture sono gotiche e di impianto medievale. In Italia l’arte è andata avanti, ci sono i bei cortili aperti e chiari che riprendono le antiche ville romane, e poi le statue, i dipinti gli arazzi.

Jacob Fugger è il Rinascimento italiano
Si riempie gli occhi di tutto questo, Jacob, almeno quanto si riempie le tasche. Quando torna in Germania ad Augusta perché ormai è il capo della sua casata, si porta dietro l’esperienza italiana. Farà costruire là palazzi simili a quelli che ha visto in Italia, con bei cortili aperti, e muri chiari.
Carlo V e la società cosmopolita del Rinascimento
È una società internazionale e cosmopolita quella in cui vive. In Germania è uomo di fiducia dell’imperatore Carlo V, a cui presta i soldi per comprarsi l’elezione. È un Asburgo, Carlo, ma di Austriaco ha ben poco. Ha ereditato i vasti domini da nonni e padri e zii che provengono da tutta Europa, e anche le colonie americane, per cui si può vantare che sul suo regno il sole non tramonta mai, letteralmente.La madre Giovanna la Pazza era spagnola, la nonna Maria di Borgogna, francese, lui è cresciuto nelle Fiandre e con precettori italiani.
Nel Rinascimento i soldi e gli uomini girano vorticosamente, come a noi oggi pare impossibile, e tutti parlano più lingue o almeno le capiscono senza difficoltà.
È un mondo fluido, crudele, violento, ma che ha una sua bellezza struggente ed infinita. Un mondo in cui i più sanguinari signori si commuovono per le opere d’arte e finanziano gli artisti, un mondo in cui ci si uccide per un nonnulla, si crepa per poco, e però si vive producendo o finanziando bellezza.

I Fugger sono questo, un insieme incredibile di concretezza, spregiudicatezza e sensibilità. Come furono anche i Medici, per altro, e le casate italiane contemporanee con cui Jacob ebbe a che fare.
La fortuna della dinastia continua tuttora, così come ancora in piedi sono i quartieri destinati ai poveri che fecero costruire. Finanziarono guerre che sconvolsero l’Europa, furono l’ago della bilancia e soprattutto il forziere di imperatori e re, a cui non lesinarono di dare di tanto in tanto ordini, con la voce di chi, avendo in mano i cordoni della borsa, se lo può permettere.
Ma qualcosa di quell’adolescente stupito di fronte alla bellezza d’Italia restò sempre in lui, e in loro.
il miracolo del Rinascimento forse sta tutto lì: nell’aver creato banchieri che di fronte al bello rimanevano sempre sinceramente ammirati.