Caligola, secondo imperatore, viene presentato dalle fonti come un pazzo, ma forse fu il più lucido fra gli imperatori della casa Giulio Claudia
Caligola, Un imperatore pazzo?
Lo hanno chiamato pazzo, e forse sì, qualche segno di squilibrio mentale in lui c’era. Del resto era difficile crescere sani in quella gens Giulio Claudia che era arrivata al vertice dell’impero al prezzo di guerre civili, stragi familiari, lotte fratricide e omicidi assortiti a disgrazie varie.
Caligola: i Giulio Claudi, una famiglia complicata
Caligola, figlio di Germanico morto in circostanze misteriose, con una madre fatta fuori perché chiedeva indagini in merito, adottato dallo zio Tiberio, che nella migliore delle ipotesi era un uomo incattivito e anafettivo, nella peggiore un pedofilo, come poteva crescere normale in tutto questo bailamme di tragedie incrociate?

Caligola e la riflessione sul potere
Eppure la sua instabilità era venata di una fredda analisi razionale sul potere. Un potere assoluto che gli era caduto fra le mani senza che in fondo ne avesse gran merito. Un capriccio del destino, che lui viveva come tale, e che lo rendeva padrone non solo dell’impero ma delle vite di tutti.
Il potere assoluto di Caligola imperatore
Caligola decide di servirsi di questo potere senza limiti, perché di fatto la legge non gliene imponeva, ma vuole anche mettere fine all’ipocrisia dei predecessori, che il potere assoluto lo avevano esercitato nei fatti ma fingendo di essere moderati, perché buoni, o ligi ai valori romani. Caligola dei valori se ne frega, e del resto non ha motivo di curarsene.
Il senato, un guscio vuoto
Il senato è un guscio vuoto fatto di senatori vigliacchi, che da secoli non prendono più una decisione, sono burattini senza carattere e senza spina dorsale. E allora via, meglio il suo cavallo, tanto anche loro occupano gli scranni della curia perché lui li ha nominati o ha consentito loro di starci, e almeno il cavallo ha una sua utilità, loro molto meno.

Caligola monarca ellenistico
Le vite di tutti dipendono dal suo capriccio, dal suo estro. E lui lo dice, apertamente, senza filtri, senza ipocrisie. Quando vede il bel collo delle sue amanti, ricorda sarcastico che basta un suo cenno perché venga spezzato. E non è una affermazione pazzesca, è la verità.
Il senato asservito: la spietata riflessione di Caligola
Caligola si muove in un mondo in cui il principe di Roma può tutto. Non perché lui sia meritevole, ma perché gli altri hanno accettato questa regola per la loro mentalità da schiavi. Caligola getta questa loro scelta in faccia, li schiaffeggia senza pietà.
Ma non è pazzo, è lucidissimo. Semmai è stato il loro comportamento che è stato e continua ad essere una pazzia.
Sempre descritto come pazzo per via di qualche stravaganza, come quella del cavallo. Ma di certo non erano anni facili per superare indenni agguati e congiure.
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