Marco Tullio Cicerone, l’uomo che non aveva i social e quindi scriveva lettere.

Dieci domande che vengono in mente noi moderni quando rileggiamo l’epistolario di Cicerone:

1. Ma il tempo, Cicerone, dove lo trovava? Era occupato a scoprire congiure, schivare esili, governare province, difendere amici discutibili da accuse pesanti, intrugliare in Senato, fare la balia a Pompeo, sanare i suoi notevoli casini familiari, comporre trattati filosofici , e ciononostante riusciva a scrivere anche una o due lettere al giorno, lunghe per giunta come Guerra e pace. Respect, bro: noi oggi per fare la spesa e scrivere un post it ci siamo giocati la giornata;

2. Quante caspita di proprietà aveva il nostro Cicerone? E la casa sul Palatino. E quella di Formia. E poi ad Arpino. E poi un’altra sul litorale laziale. In Campania non si capisce quante. Una casetta a Cases, poderi sparsi. A Malta e in Epiro. Ovunque si muovesse si spostava in case sue. L’impero immobiliare di Trump in confronto è fatto di due camere e cucina;

3. Farsi gli affari suoi, mai, eh?Certo, monitorava la situazione per lavoro, ma ci metteva del suo. È tutto un chiedere, fare ipotesi, avere informatori che gli raccontano retroscena. Perché si divertiva un mondo. Signorini, scansate proprio. Non avesse scritto opere immortali sarebbe stato perfetto come direttore di Chi;

4. Ti dai una calmata? In confronto a Cicerone chiunque di noi appare tranquillo. Non dorme la notte. Gli viene mal di stomaco, o la congiuntivite nervosa. Quando deve decidere una cosa ammorba tutti per chiedere consigli, che poi non segue perché tanto fa sempre come gli pare. Poi si rammarica per quello che ha deciso e passa giorni a piagnucolare. Ma noi lo capiamo: all’epoca non avevano ancora inventato il Lexotan;

5. Quanta pazienza aveva Attico?No, davvero, parliamone. Anni e anni a ricevere una o due lettere al giorno, in qualunque cantone dell’impero si fosse nascosto. Cicerone è peggio di una zecca, dove si attacca non muore ma fa morire te. Per fortuna che all’epoca non c’erano i social, o Attico avrebbe passato il tempo a venire taggato e ricevere poke. Secondo me alla fine si scoprirà che nella lista di proscrizione ce lo ha fatto mettere lui, perché non lo reggeva più.

6. Ogni tanto, scrivere qualcosa di più breve? Cercano di farglielo capire un po’ tutti, per primo Cesare, che quando gli invia una lettera è telegrafico e ci aggiunge sempre “mentre sono in marcia”, come a di’ “Amo’, breve perché sto parecchio impicciato.” Ma lui niente, non scende mai sotto le due pagine.

7. Portare pazienza con Antonio? I due non si prendono. È una questione caratteriale. Del resto Cicerone gli aveva condannato a morte il patrigno e Antonio non amava la gente troppo prolissa. Però, insomma, se Cicerone avesse fatto un minimo sforzo, chissà.

8. L’hai capito che Pompeo è un c0glio0ne? Si, effettivamente alla fine lo hai capito. E anche tutto il suo entourage. E lo dici, anche. Poi però li raggiungi lo stesso perché puoi essere un trombone rompiscatole, egocentrico, pieno di ansie e di manie, ma in fondo in fondo sei un uomo che crede in determinati ideali, compreso il sogno della Res publica. Che poi era una roba solo nella tua testa. Ma tu non puoi tradirla. E allora vai, sapendo che ti metterai nei guai. E per questo, nonostante tutto, per te si prova rispetto, mentre Pompeo resta solo un c0gli0ne fatto e finito.

9. L’hai capito che Cesare sta una spanna sopra a tutti? Sì, pure questo lo hai capito. Ti scoccia assai ammetterlo, ma lo riconosci. Anche perché alle volte sembri essere l’unico che lo sa vedere davvero, non ti fai infinocchiare dalla sua clemenza, non ti fai menare per il naso dalle sue pose. Sai che è intelligente, spietato, efficiente, pericoloso. Ma nessuno ti ascolta, perché purtroppo sei Cicerone ma sei anche un po’ Cassandra. E sotto sotto poi ne sei affascinato. Come tutti.

10. Perché nonostante tutto sei simpatico? Perché sei umano. Davvero. Sei pieno di difetti, insopportabile, rompiballe, egoista, puntiglioso, maniaco del lavoro, anzi alcolizzato dal lavoro, maniaco del controllo, affascinato dal potere e alle volte pasticcione. Cicerone, sei uno di noi. Per questo ti amiamo e ti odiamo, tutto assieme. Un po’ come si fa con quelli di famiglia.

E se volete leggere di più su Cicerone e sull’età di Cesare c’è sempre il mio libro Cesare, l’uomo che ha reso grande Roma, Giunti editore, in tutte le librerie e gli store in Line.

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3 Comments

  1. AMORE GRANDE, GALATEA. OGGI HO PREGATO, SIGNORE, FA CHE GALATEA MI ABBIA REINSERITO DEI SUOI INVII. COME I BAMBINI PER QUANTO TI DESIDERAVO.
    SEI STUPENDA E COMINCIO BENE LA SETTIMANA QUANDO TI LEGGO, DONI VITALITA’,FEDE NEGLI ANTENATI VISTI IN CHIARO SCURO, E L’ATTUALIZZAZIONE DEI LORO DIFETTI MI FA RIDERE DI CUORE. GRAZIE GALATEA .ORA, DOPO CESARE, COMPRERò TEODORA. SAI LA SITUAZIONE DEVO DOSARLI MA LI COMPREREI TUTTI.
    IO NON CI VEDO PER QUESTO SCRIVO GRANDE HO UN OCCHIO SOLO. SE VUOI AVERE UNO SCOOP SULLA TOMBA DEL MILITE IGNOTO VAI SUL MIO PROFILO. HO AVUTO AVI ILLUSTRI, BARBERINI, BACIOCCHI, BELISARIO.
    UN BACIO VERO ALLE TUE MANI CHE SCRIVONO GABRIELLA

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