Accadde oggi: la battaglia di Azio e Agrippa, il miglior amico di Augusto.
Quando si parla della battaglia di Azio tutti ricordano lui come vincitore assoluto della giornata: Ottaviano, adottato da Giulio Cesare e trionfatore su Cleopatra e Antonio. Ma il vero vincitore fu lui, Marco Vipsanio Agrippa. Agrippa era di origini piuttosto modeste, ma di carattere determinato. Del resto anche Augusto, l’epoca banalmente Marco Ottavio, era un ragazzetto cresciuto in campagna e nipote di un liberto, stando alle malelingue. Nessuno si sarebbe dunque aspettato che un giorno i due avrebbero comandato su Roma.
Agrippa e il futuro Augusto, invece, avevano in comune la tigna dei contadini, e lo stesso fiuto nel saper sfruttare le buone occasioni. Fecero tutto assieme, studi e prime esperienze sul campo, come quando raggiunsero Cesare in Spagna, che se la vedeva brutta contro gli ultimi pompeiani. Sul campo di battaglia, Agrippa era uno che sapeva il fatto suo: pratico e determinato. Non un genio, ma un secchione metodico, cosa che alle volte in battaglia conta assai di più. Ottaviano, che invece era palliduccio, gracilino e militarmente una schiappa, capì che quel ragazzone sarebbe stato sempre la sua arma vincente, anche perché il ragazzone gli voleva bene, e questa era una cosa rara a Roma e poco diffusa nella storia in generale.
Agrippa fu il braccio armato di Augusto per tutta la vita. Alla celebre battaglia di Azio sulla tolda delle navi c’era Agrippa, anche perché Ottaviano in realtà pare che soffrisse terribilmente il mal di mare e abbia seguito la battaglia sotto coperta, vomitando anche l’anima.
Agrippa ebbe una carriera fortunata. Di Augusto divenne anche genero, sposandone la figlia Giulia. Giulia lo riempì di corna, ma con una certa discrezione, perché non en era innamorata, ma per quell’uomo gentile, che poteva essere suo padre per età, provava comunque affetto. I figli della coppia, Lucio Cesare e Gaio Cesare, avrebbero dovuto essere gli eredi designati dell’impero.
Ma la iella pareva perseguitare i successori di Augusto. Agrippa a cinquantun anni si ammalò improvvisamente e morì, lasciando Giulia vedova e incinta e i figli ancora bambini. Gaio e Lucio morirono poco dopo. Giulia, costretta a sposare Tiberio che odiava, decise di fare opposizione al padre, mettendosi assieme ad un figlio di Marco Antonio e proteggendo Ovidio, che forse si portò anche a letto. Il padre e la matrigna Livia non gradirono affatto la sua svolta politica:fu condannata all’esilio e poi fatta morire. L’ultimo nato si casa, Agrippa Postumo, mentalmente instabile, fu fatto sgozzare forse per ordine del nonno Augusto o del nuovo successore, Tiberio, quando questi arrivò al potere.
Per vedere un discendente di Agrippa sul trono bisognerà aspettare Caligola, figlio della figlia Agrippina.
Ma dal nonno forse aveva ereditato ben poco.
Foto mia, Marco Vipsanio Agrippa, Ara Pacis.
servono sempre personaggi come Agrippa, perché gli Augusto non sarebbero augusti.
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