Nasceva oggi, il 29 gennaio 1499 Katharina von Bora, ex monaca che divenne la moglie di Martin Lutero
Katharina von Bora, la monaca in fuga fra le aringhe
Un carro pieno di barili si allontana caracollando dal monastero di Grimma, in Sassonia. Il mercante Leonard Köppe lo guida, con attenzione superiore a quella che di norma ha durante le consegne. Infatti dentro ai barili stavolta non ci sono aringhe salate, ma alcune monache, che hanno deciso di seguire gli insegnamenti di Martin Lutero e fuggire dal convento.
La leader del piccolo gruppo è una ventenne determinata, Katharina von Bora. È di nobile origine, per quanto decaduta. Katharina è figlia di un cavaliere finito in miseria, e lei è entrata in convento perché la superiora era sua zia.
È una ragazza sveglia, Katharina. Ha imparato a leggere, scrivere, e si è cominciata a interessare di teologia. Nella Sassonia dell’epoca vi è un gran fermento intellettuale. Martin Lutero, ex monaco agostiniano e teologo, ha cominciato a contestare il Papa e il cattolicesimo, dando il via alla Riforma protestante. I capisaldi sono la libertà di interpretare le scritture da soli, e la conseguente abolizione del clero. Niente più monasteri e niente più frati, monaci e monache.
Katharina: da monaca a moglie di Martin Lutero
Katharina in convento non è felice, ma sa scrivere, e inizia una corrispondenza con Lutero, discutendo le sue tesi e chiedendogli alla fine un aiuto per fuggire. È una ragazza determinata e pratica: coinvolge altre consorelle e si nasconde nei barili di aringhe di Köppe, un consigliere comunale della vicina Torgau, amico di Lutero: è determinata ad abbandonare il cattolicesimo e iniziare una nuova vita.
Il suo mentore e protettore è Lucas Cranach il Vecchio, pittore di corte della Sassonia e amico di Lutero. La accoglie in casa, e le affida via via responsabilità di gestione. Katharina con i conti è un portento, ma ha anche una innata abilità diplomatica. Quando,viene in visita il re di Danimarca, il sovrano e così contento di come ha organizzato l’accoglienza che le dona un anello d’oro.

Però ha ventisei anni, e per l’epoca è considerata una vecchia zitella. Frequenta uno studente dell’Università, di nobili ascendenze, ma quando si tratta di formalizzare il fidanzamento quello scompare, perché di presentare alla famiglia come futura moglie una ex monaca scappata dal convento non se ne parla. Lutero intanto fa da sensale di matrimonio per le altre compagne di fuga, e le accasa tutte. Lei no. Le vorrebbe far sposare un pastore, ma Katharina rifiuta perché il tipo non le piace proprio, e non è scappata dal convento per ritrovarsi moglie di qualcuno che non ama.
Forse le piace Lutero già da allora, ma lui ha una delle sue ex compagne per la testa, Ave von Schonfeld. La ragazza però non corrisponde, perché, diciamolo, Lutero ha quarant’anni e non è un adone : sposerà il giovane che gestisce la farmacia dei Cranach. Si sa, in tutte le epoche un farmacista è un pretendente migliore di un teologo.
Katharina e Lutero, dunque, restano soli. Gli amici di lui lo vogliono vedere accasato, perché non puoi predicare che i sacerdoti devono sposarsi e poi rimanere tu single. Quindi lui si risolve, sulle prime senza eccessivo entusiasmo, a sposare Katharina.
Katharina, la moglie che comanda Lutero a bacchetta
Invece è la svolta. Katharina è quello che ci vuole per mettere ordine nella scombinata vita di Lutero, che da bravo intellettuale non sa districarsi nelle cose pratiche. Lei prende in gestione un ex convento, lo trasforma in una casa-pensione per familiari e studenti (che pagano una piccola pigione). Nei locali del pianoterra gestisce una piccola birreria, nel cortile alleva galline e maiali. Costringe il marito a farsi corrispondere una pensione dal principe e ad accettare donativi anche da signori cattolici, perché in fondo i soldi sono soldi, e fanno quadrare il bilancio. Lutero alla fine se ne innamora, e la loderà come sposa perfetta. Chiamandola scherzosamente “il capo”. Perché quando,si tratta di far filare le cose, Katharina è un generale.
Quando resta vedova, Katharina non si perde d’animo. Le toccherà più volte scappare dalla sua casa, per via di guerre di religione e pestilenze, ma ci torna sempre, curando i sei figli e il piccolo patrimonio di famiglia. Muore perché un cavallo che stava cercando di ammansire le tira un calcio mentre lei tentava di recuperarlo, perché un cavallo costa, e non sia mai che lo si debba abbattere. Ha 53 anni, ma ha vissuto per cento. Il mondo in cui è nata non esiste più, lei e Lutero ne hanno creato uno nuovo. Non male per chi ha cominciato scappando nascosta in un barile di aringhe.

Non trovo il tasto MiPiace…
"Mi piace""Mi piace"