Il povero Dostojevskj e gli scrittori che bisogna leggere

Il povero Dostojevskj.

A Firenze è stato chiesto di rimuovere la statua di Dostojevskj presente nel parco delle Cascine, che è dono dell’ambasciata russa.

Ora, Fëdor Dostojevskj tutto ha avuto tranne che una vita pacifica o felice. Figlio di un medico di ascendenze aristocratiche che però si era dato all’alcol e forse alla fine fu addirittura ucciso dai suoi contadini, stanchi delle sue angherie, fu ufficiale dell’esercito russo, sì, ma si congedò per divenire scrittore.

Nell’aprile del 1849 venne arrestato perché accusato di far parte di un circolo rivoluzionario e fu condannato a morte. Venne graziato quando era già sul patibolo, esiliato in Siberia e condannato ai lavori forzati. Quando uscì da questo incubo, anni dopo, la sua salute era gravemente compromessa, anche se dovette prestare altri due anni servizio militare obbligatorio ai confini con la Cina.

Salute malferma e disgrazie personali non gli impedirono di scrivere alcuni dei più grandi romanzi non solo della letteratura russa, ma di quella mondiale.

Come diavolo possa venire in mente che la statua di un uomo vittima di questo trattamento per opporsi al regime autoritario degli Zar debba essere abbattuta è un mistero.

Ma forse il problema è davvero la statua. Perché erigere statue agli scrittori non serve. Gli scrittori bisogna leggerli, mannaggia.

Allora si capisce perché sono grandi e perché hanno il sacrosanto diritto di venire onorati, in qualsiasi parte del mondo, e indipendentemente dal luogo dove sono nati. #russia #guerra #dostoyevski #dovstoevskij #dostojevski #ucraina #letteratura #letteraturarussa