La faccenda mi è ritornata in mente, in questi giorni. Lavoravo ancora per il mio giornale. Cronaca di paese, niente di che: liti fra vicini per chi ha tagliato troppo i geranei, qualche incidente, i consigli comunali: non sono mai stata una giornalista d’assalto impelagata in chissà che inchieste. Ma un politicuzzo di secondo piano, di quelli che per arrivare ad essere un nulla devono ancora sgambettare parecchio, s’adombrò per alcuni articoli non proprio bonari su certe sue amicizie non proprio chiare.
Telefonò a casa con tono da padrone, ordinandomi di smettere subito subito; per chiarire il concetto, a fine tirata, aggiunse: “E tieni presente che abbiamo un dossier su di te e siamo pronti a mandarlo al tuo Direttore!”
Gli risi in faccia, invitandolo a farlo. Chissà che conteneva il “dossier”, non l’ho mai saputo.
Forse divinava i miei gusti sessuali sulla base, magari, di una multa non pagata.
Beh, se ti piace farlo in divieto di sosta non è colpa di nessuno.
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Oh dio, dal sesso ludico (o meno) ai dossier e alle cose nascoste.
Suvvia!!
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@->Nardi: Porca miseria, mi hai scoperto… 😉
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Nardi intendeva leggere l’Avvenire. Io lo sfogliai posteggiato in seconda fila e oggi vivo nel terrore, pedinato dal Sisde.
@ Galatea
I “geranei” è meglio tagliarli un po’… 😉
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