Filosofi presocratici e appunti persi del liceo

Succede che, per insondabili motivi noti solo al nostro inconscio, si decida di mettere in ordine dopo secoli i vecchi libri di filosofia del liceo. Succede che detti libri conservino al loro interno perle di saggezza dimenticate, quali bigliettini scambiati con compagne di banco e di fila, biglietti del cinema di pellicole imbarazzantemente brutte che allora ci parvero capolavori assoluti, graffiti con maledizioni ataviche all’indirizzo di docenti di cui ora a stento si ricorda il nome. Succede anche che fra i reperti si ritrovino anche poesiole composte all’epoca, per ricordarsi le affermazioni dei filosofi presocratici.

E succede infine, che se una anni dopo ha un blog e non sa cosa postare la domenica mattina, riesumi dette poesiole e le pubblichi. Sì, ero scema fin da allora. Però, come metodo per ricordarsi quella faccenda complicata degli arché, i versiccioli son serviti. 🙂

Talete di Mileto

aveva un bel vigneto

e un dì ch’era ubriaco

nel pozzo giù cascò.

Svanitagli la ciucca

si disse: «Berrò l’acqua!»

E l’acqua d’ogni cosa

principio decretò.

Nel mare di Mileto

giù giù con lo scafandro

s’immerse Anassimandro

e quasi ci restò.

Venuto a stento fora,

mostrò il ciel col dito,

dicendo: «Alla malora! Principio è l’infinito!»

Ma ciò causò le pene

del buon Anassimene

che di quell’infinito

giammai trovava il fine.

Notando sì che al mondo

tutto muta e varia

si disse: «Per me è chiaro,

il gran principio è l’aria!»

4 Comments

  1. Idea creativa anzi geniale!
    Alludo alle rime.
    (Ignoravo l’esistenza simili stratagemmi, unico alibi: la barbarie degli studi fatti che non ne faceva emergere l’esigenza, e la creatività nasce solo dalla necessità)

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  2. Che ragazzina giudiziosa! invece di scrivere, come facevo io, le lettere d’amore conto terzi sulla corriera delle sei e trenta, ti dilettavi in queste cose assai leziose. Ogni albero ha le sue radici!
    Ah: non dire nulla su Cyrano, per piacere.

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