Accadde oggi: veniva incoronato l’imperatore Graziano, figlio di Valentiniano I, l’uomo che tentò di governare l’impero romano ma fu sopraffatto da rivolte e opposizioni
L’agguato a Graziano
La scena è degna di un romanzo di spie. Un drappello di soldati si avvicina ad una lettiga, nel buio della notte appena fuori da Lugdunum, in Gallia. Il capo del drappello, per quanto senza insegne e camuffato da semplice militare della truppa, è Graziano, Augusto d’Occidente. Nella lettiga, così gli hanno assicurato i messi del suo generale Andragazio, c’è la sua seconda moglie, la giovane Leta, che ha sposato da poco e di cui è innamoratissimo. Per questo ha acconsentito ad incontrarla, anche se è in fuga. Il giorno prima ha perso una battaglia decisiva contro Magno Massimo, l’usurpatore che gli si è ribellato e che gli contende il trono. Il piano è forse unirsi a lei e fuggire assieme. Per questo scosta rapido i drappi dell’abitacolo, ansioso di ricongiungersi all’amata. Ma dietro la cortina non c’è Leta. C’è Andragazio, che lo colpisce. E l’augusto Graziano, imperatore d’Occidente, si trasforma in un attimo in ciò che tutti sono destinati a diventare: un cadavere.
Valentiniano I, una fine turbolenta
Era stata una vita sempre piena di svolte violente ed improvvise quella di Graziano, figlio dell’imperatore Valentiniano I. Era salito al trono a soli sedici anni, di botto, perché il padre era morto il 17 novembre del 375. Valentiniano, un uomo irascibile, si era abbandonato ad una sfuriata durante un abboccamento con dei Barbari, che a suo dire, gli avevano mancato di rispetto. Si era talmente accalorato per l’offesa che boom! Gli era preso un coccolone. Ictus fulminante. Era morto poche ore più tardi, sotto gli sguardi impietriti dei medici di campo.

Marina, la madre ripudiata
Graziano era il figlio maggiore, e di primo letto, di Valentiniano I. La madre, Marina Severa, era stata ripudiata in fretta e furia, e in circostanze misteriose. Alcuni dicevano che fosse stato per dei suoi maneggi finanziari poco chiari, fatture non pagate ad alcuni fornitori, che avrebbero indispettito il marito. Altre fonti invece dicono che a causare la rottura sia stata Giustina, già vedova di un usurpatore, Magnenzio, morto qualche anno prima. Giustina era amica di Marina Severa, che un giorno pare che abbia lodato la bellezza di Giustina al marito, dopo averla vista nuda alle terme. Non fu una grande idea. Valentiniano decise di verificare l’affermazione. Verificò in maniera così approfondita che Giustina divenne la nuova imperatrice.
Graziano, una vita turbolenta
Valentiniano poteva aver cambiato moglie, ma rimase sempre legato al figlio, tanto è vero che aveva nominato coimperatore Graziano quando questi aveva appena otto anni anche se nel fondo del suo cuore il padre aveva sempre dubitato dello spirito marziale del figlio.
Al momento della successione un generale di origine Franca che serviva Valentiniano, il potente Merobaude, aveva tramato per non lasciare il trono solamente a Graziano e aveva spinto le truppe acquartierate in Pannonia ad acclamare come co-imperatore il suo fratellastro, Valentiniano II, figlio di Giustina.Graziano abbozzò, anche perché Valentiniano era un bimbetto, e in quel momento non poteva opporsi al volere di Merobaude. Quindi formalmente Valentiniano II fu spedito con la madre a Milano, dove tanto c’era il vescovo Ambrogio, in grado di tenere sotto controllo entrambi anche se Giustina sarà sempre un’acerrima nemica di Ambrogio, in quanto seguace dell’eresia del vescovo Ario.
Graziano e Valentiniano II, un impero diviso
Graziano all’inizio comandava su tutto l’impero d’Occidente, ad eccezione di Italia, Illiria e Africa, formalmente rette da Valentiniano. A oriente c’era lo zio Valente, il fratello di suo padre Valentiniano, che tutti avevano sempre considerato abbastanza cretino. Confermò l’ipotesi facendo infuriare i Goti e morendo ammazzato nel corso della battaglia di Adrianopoli, nel 378, battaglia che perse anche perché si rifiutò di combattere i Goti con l’aiuto delle truppe occidentali di Graziano, che erano arrivate a poche decine di chilometri dalla battaglia, ma questa è un’altra storia che merita ben più spazio.
Graziano, lui, aveva vinto nello stesso anno una grande battaglia contro gli Alemanni e finalmente l’esercio si era affezionato al loro introverso principe. Ma dopo Adrianopoli Graziano ebbe un bel problema: dopo la morte dello zio Graziano sentì in cuor suo di essere inadeguato a ricoprire il ruolo di imperatore dell’oriente e dell’occidente, soprattutto in un frangente talmente drammatico. Nel 379 si decise quindi a nominare coimperatore un militare tosto e sveglio, Teodosio, figlio di un altro Teodosio che era stato tuttofare di suo padre Valentiniano.
Graziano sul trono
Una volta delegati a mani capaci i problemi di Costantinopoli, Graziano spostò la sua residenza da Treviri a Milano, anche per tenere meglio sotto controllo la situazione con il fratellino. Col tempo era diventato sempre più oltranzista, e in questo la vicinanza di Ambrogio non gli aveva fatto gran bene. Controfirmò con Teodosio l’Editto di Tessalonica, con cui il cristianesimo niceno diventava religione di Stato di tutto l’impero, e perseguitò donatisti, ariani e altri eretici. Vietò anche che si ripristinasse l’altare della Vittoria, antico simbolo pagano a cui i Senatori romani erano legatissimi, alcuni per convinzione sincera altri per affetto verso le tradizioni romane. Nel 382 confiscò tutti i beni dei pagani e vietò i loro culti e i sacerdozi.
La rivolta di Magno Massimo
Insomma, non fece nulla per rendersi simpatico. Ma il suo grande errore fu quello di fidarsi (forse non a torto) più dei suoi mercenari Alani che dei soldati dell’esercito. Il malcontento cominciò a serpeggiare fra le legioni, soprattutto in Britannia, dove Magno Massimo, un comandante che si era fatto le ossa con Teodosio, si ribellò e si fece proclamare imperatore.
Graziano corse in Gallia per bloccare la rivolta, ma nei pressi di Parigi le sue truppe si rifiutarono di combattere, passando in massa dalla parte di Magno Massimo, il ribelle. Si dice su istigazione della vecchia nemesi di Graziano, il generale Merobaude. Graziano, sconfitto, tentò la fuga con l’obiettivo di raggiungere Milano e di lì Costantinopoli.
La lettiga di Leta doveva essere il suo mezzo di trasporto. Fu quello in cui lasciò le penne, il 25 agosto del 383.
Lasciò sul trono d’Occidente il fratellino, instabile caratterialmente, che si suiciderà o forse sarà suicidato qualche anno più tardi. A vendicare Valentiniano II sarà l’imperatore d’oriente, Teodosio, che riunirà per l’ultima volta l’impero nelle sue mani e sarà il fondatore dell’ultima dinastia importante dell’impero.
Da questa settimana comincia una spero lunga collaborazione con Storia d’italia, podcast e sito del mio amico Marco Cappelli. Quindi, se vi interessa questo periodo storicoascoltate allora il podcast “Storia d’Italia”. Trovate la morte di Graziano nel seguente episodio:
https://link.chtbl.com/omtKe5KL
Più informazioni su come ascoltare il podcast su www.italiastoria.com