Accadde oggi, 20 agosto 14 d.C. Moriva Agrippa Postumo.Nipote di Augusto, figlio del suo migliore amico Agrippa, Agrippa Postumo avrebbe dovuto essere l’erede dell’impero, ma congiure di corte lo condannarono ad una fine senza gloria e piena di mistero.
Agrippa Postumo, il più sfortunato nipote di Augusto
Non erano fortunati, i discendenti diretti di Augusto. Pare quasi a leggere le loro vite che il destino abbia preteso il loro sangue in cambio della fortuna accordata al primo imperatore. Che fu appunto primo imperatore ma capostipite di nulla, perché non riuscì ad avere un discendente dello stesso sangue che portasse avanti il suo disegno.
Eppure Augusto ci aveva provato in ogni modo, a fondare una vera dinastia. Ma la sfiga è qualcosa che nemmeno il potere riesce a vincere. La sua unica figlia, Giulia, l’aveva fatta prima sposare a Marcello, figlio di sua sorella Ottavia. Poi, quando Marcello era morto, Augusto l’aveva fatta sposare al suo amico di sempre, Agrippa. Il generale che gli aveva in pratica costruito l’impero. Giulia, la bella e irrequieta Giulia, vivace e scapricciata, quel marito vecchio più del padre non lo aveva amato. Ma lo aveva rispettato e gli aveva dato dei figli. Tanti figli. Abbastanza per assicurare un futuro alla dinastia.
E invece no. I figli maschi di Giulia erano morti come mosche, uno dopo l’altro. E persino la bella Giulia era morta, dopo essere stata sposata controvoglia a Tiberio, figlio di Livia, la sua matrigna. Matrimonio infelice quanto altri mai e che si conclude malissimo, con Giulia sospettata di tradimento e mandata al confino, a Ventotene, dove perirà di stenti e di desolazione.
Agrippa Postumo, il figlio postumo di Agrippa

Agrippa, figlio di Giulia e di Agrippa, era l’ultimo dei figli di Giulia. Postumo perché nato dopo la morte improvvisa del padre. È un bimbo sventurato, il piccolo Agrippa. La corte dei Giuli è un nido di serpi. La nonnastra Livia non ha mai amato Giulia, e la ama ancora meno quando questa viene coinvolta in una congiura con il suo ultimo amante, Iulo Antonio, discendente di Marco Antonio, il rivale di Augusto. Resta presto anche senza di lei, Agrippa Postumo, affidato alle sorelle, fra cui spicca Agrippina, che diviene presto la moglie del più stimato generale dell’impero, Germanico. Anche lui nipote di Livia, perché figlio di suo figlio minore, Druso.
Augusto e Tiberio adottano Agrippa Postumo che è ancora un ragazzino. Ma lui è un adolescente problematico: cresce selvatico e incapace di regolarsi. Eccessi d’ira, forse turbe mentali. Alla fine il nonno Augusto deve prendere una decisione. Lo esilia lontano da Roma, prima a Sorrento, poi a Pianosa, quando sembra che sia coinvolto in una congiura assieme alla sorella Giulia Minore.
Agrippa Postumo, l’esilio a Pianosa
A Pianosa, Agrippa non soffre come ha sofferto la madre a Ventotene. Ha una bella villa, e tanto tempo per dedicarsi a bizzarri passatempi. Come quello di travestirsi da Nettuno, per organizzare cacce in maschera. Ma è sempre un prigioniero, anche se in una gabbia dorata. Però resta il nipote di Augusto. E alla fine pare persino che il nonno provi un certo rimorso per quello che gli ha fatto. Lo va a trovare, di nascosto da Livia. Si riappacifica con lui. Forse immagina un futuro in cui lui possa avere un ruolo di governo, perché Tiberio, il figlio di Livia che è stato alla fine costretto ad adottare per mancanza di alternative, ad Augusto è sempre stato un po’ sulle balle, e non lo ama. E Agrippa Postumo, per quanto matto, è sempre il figlio di sua figlia e del suo migliore amico. Sangue del suo sangue, mentre Tiberio è solo il figlio di Livia e del suo primo, inutile e spocchioso marito Claudio.

La morte di Augusto e le trame per coinvolgere Agrippa Postumo
E qui succede qualcosa che non capiamo. Qualcuno avverte Livia della visita fra nonno e nipote. Livia non apprezza. Il senatore Paolo Fabio Massimo, amico di Augusto e organizzatore dell’incontro, viene costretto a suicidarsi, non si sa bene da chi. Forse da Livia, forse da Augusto stesso. Che muore poco dopo. Di morte naturale. O di una morte innaturale e favorita dalla stessa Livia – come insinuano le malelingue – che non voleva ripensamenti nell’asse di successione.
Agrippa è a Pianosa, come suo solito. Ma attorno a lui si scatenano le trame di corte. Qualcuno progetta di portarlo di corsa in Germania, dove le legioni sul Reno si sono ribellate perché non accettano l’idea che l’impero vada a Tiberio. Vogliono imperatore il loro comandante Germanico, e sua moglie Agrippina, che di Agrippa Postumo è la sorella maggiore. Agrippina è complice? Pensa di usare il fratello come paravento per scalare il potere e togliere di mezzo il ramo dei Claudi discendenti di Livia, che le ha ammazzato la madre? Non si sa, non è chiaro. Se ha un piano, però, non riesce. Il marito Germanico resta fedele allo zio Tiberio. E le legioni del Reno, quando vendono che Agrippa Postumo non arriva, si chetano e giurano fedeltà al nuovo imperatore.
La morte di Agrippa Postumo
E perché non arriva, Agrippa Postumo? Perché è morto. Alla notizia che il nonno Augusto ha raggiunto gli dei, un centurione della sua scorta gli taglia la gola. Non è chiaro per ordine di chi. I più pensano a Tiberio, che avrebbe cominciato il suo regno con questo delitto dinastico. Ma qualcuno dice che l’ordine sarebbe stato dato dallo stesso Augusto in punto di morte, per evitare possibili scosse per la successione. Un uomo di potere come Augusto avrebbe potuto decidere di mandare a morte un nipote scomodo per salvaguardare il suo grande progetto politico di dominio? Sì, non ci sono dubbi. Aveva già condannato all’esilio una figlia e svariati discendenti, figuriamoci se si sarebbe fatto muovere a pietà per un nipote balengo.
Il falso Agrippa Postumo: lo schiavo Clemente
Ma la storia di Agrippa Postumo ha una incredibile ultima puntata. Il protagonista è uno schiavo, Clemente. Clemente aveva la stessa età di Agrippa e si conoscevano bene. Quando Augusto muore, si dice che Clemente sia stato inviato da Agrippina a predere il fratello Agrippa, per condurlo da lei in Germania, alla legioni del Reno. Ma quando Clemente arriva, il centurione ha già sgozzato Agrippa.
Lo schiavo non si perde d’animo. Si dò alla fuga, si nasconde. Si fa crescere la barba come Agrippa e, puntando sulla somiglianza fisica, si spaccia per lui. Convince anche alcuni senatori in Etruria e in Gallia ad appoggiarlo, e arriva alle porte di Roma con una banda di uomini, per tentare un colpo di mano. Viene catturato e liquidato in gran segreto da Tiberio, che non vuole scandali e tantomeno processi pubblici. Perché a rimestare nella vicenda di Agrippa Postumo quello che più ha da perdere è lui.
Agrippa Postumo, il principe sfortunato
Così tutto viene messo a tacere, e di Agrippa Postumo, il principe sfortunato, non si parla più. Era davvero così pazzo ed instabile come ce lo raccontano? O era solo un ragazzo giovane e confuso, che aveva vissuto troppe disgrazie ed era finito stritolato suo malgrado in un gioco di potere assai più grande di lui? Difficile dirlo. Di certo fu un giovane che tutti tradirono: il nonno Augusto, la nonnastra Livia, il patrigno Tiberio, forse persino la madre Giulia, così distante e volubile, infelice quanto lui. E di Agrippa Postumo ci resta solo un’ombra. Quella di un giovane che si diverte, travestito da Nettuno, assieme al giovane schiavo Clemente. L’unico che in fondo, in qualche modo, si interessò davvero a lui.