Giovanni primicerio, il signor nessuno che divenne imperatore

Accadde oggi: 17 agosto 423, dopo la morte di Onorio si apre un periodo confuso in cui salirà al trono Giovanni Primicerio, il signor Nessuno che divenne imperatore

Giovanni primicerio, il signor nessuno che divenne imperatore dopo Onorio

Chi è Giovanni primicerio? La domanda è lecita e se la devono essere fatta in molti, quando di punto in bianco, qualche tempo dopo la morte dell’imperatore Onorio, venne eletto imperatore. Giovanni era infatti il primicerio, cioè il capo dei notabili imperiali a Roma. Un burocrate e un funzionario quindi di grande esperienza, ma noto in pratica quanto lo era Giuseppe Conte prima di divenire presidente del Consiglio. Insomma, per chiarire, un signor Nessuno.

Moneta raffigurante Giovanni primicerio Moneta raffigurante Giovanni primicerio

La morte di Onorio a trentotto anni fu improvvisa ed inaspettata. E anche se pochi potevano rimpiangere quel bamboccio, Onorio riuscì a creare danni all’impero persino togliendosi di mezzo. Era infatti morto senza figli e senza eredi. L’unico discendente diretto era il nipote Valentiniano, figlio della sorella Galla Placidia, che però era fuggita qualche anno prima a Costantinopoli, dal nipote Teodosio II. L’esilio pare che fosse dovuto alle pensanti molestie che Onorio le riservava, smanacciandola e baciandola in pubblico. In realtà Placidia si era decisa a salpare alla volta di Costantinopoli perché Ravenna non era più per lei sicura. Il fratello infatti aveva affidato ogni potere a Castino, un generale che aveva nei confronti di Galla Placidia una feroce avversione. E sarà proprio Castino a favorire l’ascesa al trono dell’opaco Giovanni Primicerio.

Busto dell’imperatore OnorioBusto dell’imperatore Onorio, predecessore di Giovanni Primicerio

Castino: Giovanni Primicerio il Giuseppe Conte dell’antichità?

Castino era un signore della guerra, militare di carriera. Forse originario della Scizia, era stato rivale di Bonifacio, comes Africae amico di Placidia, ma l’aveva avuta vinta ed era riuscito a diventare l’uomo di fiducia di Onorio. Non si aspettava però che Onorio morisse di punto in bianco e senza un imperatore si ritrova imparpagliato. Non è chiaro perché non si prenda lui direttamente la porpora e il titolo imperiale. Forse preferiva gestire il potere da dietro le quinte, senza le noie dei doveri di rappresentanza. Alla morte di Onorio, Castino proclama sette giorni di lutto che gli servono a organizzarsi. Alla corte di Costantinopoli però non hanno le idee più chiare. Teodosio II non pare troppo propenso a nominare imperatore il cuginetto Valentiniano III, che è ancora un bambino. La zia Galla Placidia fa pressioni e strepita, ma Teodosio la tira per le lunghe, e quindi lascia che per un attimo la parte occidentale dell’impero finisca sotto il suo diretto dominio.

Medaglione della Croce di Desiderio raffigurante Galla Placidia, Valentiniano III e OnoriaMedaglione della Croce di Desiderio, raffigurante Galla Placidia e i figli Valentiniano III e Onoria

Castino e Giovanni Primicerio: il generale e il signor Nessuno

A Castino la cosa potrebbe anche andare bene. Teodosio II non verrà mai a dargli ordini in Occidente e Galla è bloccata con il figlio a Costantinopoli, quindi il potere resta in mano a lui. Ma a Roma, vai a capire perché, il Senato si sveglia all’improvviso, i senatori decidono che devono fare finta di contare ancora qualcosa, e nominano imperatore appunto Giovanni. Il quale per motivi ancora più incomprensibili accetta, anche se fino al quel momento aveva avuto la presenza politica di un paralume.
Castino si fa due conti e in fondo capisce che per lui la cosa non cambia di un’anticchia. Anzi forse gli va anche meglio. Governerà lo stesso e potrà scaricare sul povero Giovanni tutte le eventuali grane e rogne, restando solo ufficialmente un ministro. Un po’ come Salvini con Conte, ecco.

Teodosio II, Galla Placidia e Giovanni Primicerio: intrighi di famiglia

Moneta raffigurante Onoria, figlia di Galla PlacidiaMoneta raffigurante Onoria figlia di Galla Placidia

Ma a Costantinopoli l’avvento di Castino scompiglia le carte. Teodosio si fa due conti e decide che è meglio dare l’Occidente al cuginetto Valentiniano III e alla zia Galla Placidia che perderlo del tutto. Quindi invia una spedizione militare a cui Galla Placidia si unisce, portandosi dietro come al solito la sua guardia composta da Visigoti, di cui era stata un tempo regina.
Giovanni Primicerio, proprio come Giuseppe Conte, intanto combatte anche contro la sfiga. Le Gallie gli si ribellano, e il comes Bonifacio (l’amico di Galla Placidia che tiene il potere il Africa) non gli manda più i rifornimenti di grano, per cui Roma è alla fame.
Intanto da est arrivano le armate bizantine, comandate da Ardabur e Aspar, due goti al servizio di Teodosio e di Placidia. Galla Placidia si insedia ad Aquileia e qui attende gli eventi. Giovanni spera che il giovane comandate di belle speranze, Flavio Ezio, che ha inviato a raccogliere truppe gote e unne lo salvi.
Aspar intanto con la flotta si incaglia dalle parti di Ravenna e viene preso prigioniero. Giovanni, troppo buono, lo arresta ma lo fa trattare con tutti i riguardi. Il risultato è che Aspar gli fa rivoltare contro le truppe a Ravenna e il povero Giovanni deve tentare la fuga.

Giovanni Primicerio, la vendetta di Galla Placidia e la morte ad Aquileia

Foro romano di AquileiaForo romano di Aquileia

Il povero Giovanni viene preso prigioniero e mandato ad Aquileia. Lì lo attende Galla Placidia, donna che quando può vendicarsi non bada a mezze misure. Per lo sventurato non ha alcuna pietà: gli fa tagliare una mano e poi la testa.
Ezio, il giovane comandate che Giovanni aveva mandato a cercare truppe unne, arriva, ma è troppo tardi, e così dopo qualche mese non può far latro che trattare con Galla un posto da magister militum sotto il nuovo governo.
Galla placidia si gode finalmente il ruolo di Augusta, in quanto madre del nuovo imperatore, Valentiniano III.
E Castino? Castino scompare, letteralmente. Non sappiamo che fine abbia fatto, forse è riuscito a fuggire. Forse da Giovanni Primicerio ha imparato una lezione. Meglio trasformarsi in un signor Nessuno e rimanere vivo, che uscire dall’anonimato, rimettendoci la testa.

Ps se volete ascoltare un podcast su questo periodo suggerisco quello di Marco Cappelli qui https://link.chtbl.com/3MUaOX8r (e anche tutti gli altri che trovate sul suo blog www.italiastoria.com

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