Dalla parte di Diotima, perché le donne ai convegni su Eros e Bellezza ci devono essere di default.
Allora, ragazzi, lasciate stare, ve lo spiego io. E con ragazzi intendo, nello specifico, Baricco, Cacciari e Serra, che a dire il vero ormai ragazzi non siete più. Stando alla famosa battuta di Flaiano dovreste tutti aver superato il confine fra giovane stronzo e venerabile maestro. Ma si sa che in Italia, e di questi tempi poi, i confini sono instabili e scivolare indietro è un attimo, eh.
Dunque, voi tre avete doverosamente spiegato a noi femminucce, con lettere e ponderate articolesse, che ėfuori luogo inviperirsi perché ad un festival su eros e bellezza non trovano uno straccio di donna da invitare e fanno panel di soli maschi, e mica potete ora tiravi indietro dal fare il vostro fondamentale intervento in loco. Perché dai, diciamocelo, parlare di Eros, e bellezza e filosofia e letteratura è una faccenda da uomini da millenni, e incazzarsi perché non ci chiamano un comportamento da donnette. Con tutti i problemi del mondo, signora mia.
Allora, ragazzi, guardate, facciamola breve. Se ad un festival su Eros e bellezza non invitano nemmeno una donna e se voi che siete i venerabili e venerati maestri di filosofia e letteratura non vedete la contraddizione, credetemi, il problema ce l’avete voi.
Se non altro perché in quella cultura occidentale di cui siete alfieri e maestri, la prima che teorizza di Eros e bellezza è stata proprio una donna, Diotima. Che era filosofa così dotata e sottile, che mette nel sacco lo stesso Socrate. E sto parlano di Socrate e per interposta persona Platone, ragazzi miei, che come maestri, non me ne vogliate, sono un po’ più venerabili di voi.
Ora non è che nella Grecia antica ci fosse poi tutto questo femminismo in circolo, anzi a noi donne ci lasciavano ben chiuse in casa. Però ecco, persino lì, in una cultura così maschilista, se si deve parlare di bellezza e di Eros e di amore, non si sceglie un maschio, ma una donna. E pure quando si parla biecamente di sesso e di piacere, signori miei, l’indovino Tiresia ammette, suo malgrado, che le donne ne sanno a pacchi di più. E lui poteva ben dirlo, perché era stato donna, per un periodo della sua vita, perché i Greci saranno stati anche maschilisti, per carità, ma c’erano momenti che sul transgender avevano capito molto più di noi.
Per cui, cari Serra e Baricco e Cacciari, diciamolo una buona volta.
Ad un convegno su Eros e bellezza, se proprio volete parlare, in base a quella tradizione occidentale che dovreste conoscere a menadito e che spiegate per mestiere all’universo mondo, gli infiltrati siete voi. E noi donne abbiamo il santissimo diritto di incazzarci se non ci chiamano, perché senza di noi su un argomento simile è come voler fare una puntata di Masterchef senza invitare nemmeno un cuoco.
Con diverso rispetto, vostra Diotima, cioè scusate, volevo dire Galatea.
Ormai sono bolliti quei tre e incavolarsi è fare loro pubblicità gratuita
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guarda che la faccenda “giovane promessa-solito stronzo-maestro venerabile” è di Arbasino. (senza offesa…)
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