Accadde oggi: Marco Vipsanio Agrippa, amico di Ottaviano, sconfigge ad Azio Antonio e Cleopatra. E permette ad Augusto di diventare padrone dell’impero.
Chi era Marco Vipsanio Agrippa, il fondatore dell’Impero
Quando si parla della battaglia di Azio tutti ricordano lui come vincitore assoluto della giornata. Ottaviano, adottato da Giulio Cesare e trionfatore su Cleopatra e Antonio. Ma il vero vincitore assoluto della giornata fu lui, Marco Vipsanio Agrippa.
Agrippa amico di Augusto
Agrippa pare fosse di origini piuttosto modeste, ma di carattere determinato e schivo. Un uomo di poche parole, ma tutt’altro che rozzo. Proveniva da una famiglia forse originaria di Arpino, come Cicerone, ma anche come un’altro dei grandi generali di Roma antica: Caio Mario.
Divenuto amico di Augusto da ragazzino, fu inviato assieme a lui da Giulio Cesare in Macedonia, dove si distinse subito come comandante militare. Assieme a Mecenate, Agrippa sarà per tutta la vita l’ombra di Augusto. Un fratello, quasi. Si dice che solo una volta i due si siano allontanati, perché Augusto per un attimo parve preferirgli il cognato Marcello. Agrippa, ferito ma incapace di litigare con l’amico, si ritirò per qualche tempo dalla vita politica. Ma fu richiamato quasi subito e il dissidio rientrò.
La battaglia di Azio e Agrippa comandante
Agrippa fu il braccio armato di Augusto. Alla celebre battaglia di Azio sulla tolda delle navi c’era Agrippa, anche perché Ottaviano, di salute cagionevole e poco portato per le armi, in realtà pare che soffrisse terribilmente il mal di mare e abbia seguito la battaglia sotto coperta, vomitando anche l’anima.

Agrippa e il matrimonio con Giulia figlia di Augusto
Agrippa ebbe una carriera fortunata. Si occupò di svariate campagne militari, e si interessò anche di architettura. Il Pantheon che ancora oggi vediamo era stato in origine progettato e realizzato da lui. Nelle forme in cui ci è giunto è invece dovuto al restauro di Adriano, altro imperatore amante dell’architettura. Ma che lascio in bella vista l’epigrafe che cita Agrippa come primo realizzatore dell’opera.

Fu sempre al fianco di Augusto e ne divenne anche genero, sposandone la figlia Giulia. Il matrimonio non fu felice ma nemmeno troppo infelice. Si dice che Agrippa amasse molto la prima moglie Marcella, e divorziare sia stato per lui difficile. Ma la ragion di stato è la ragion di stato e Agrippa era un uomo troppo addentro alle vicende dell’impero per non rendersene conto. Il matrimonio con Giulia era in fondo una ufficiale designazione come erede, o per lo,meno l’indicazione che il potere sarebbe passato nelle mani dei discendenti di Agrippa. Giulia, assai più giovane di Agrippa, è famosa per il carattere vivace e piuttosto trasgressivo, lo tradì, ma con una certa cautela e senza causare scandali. In fondo quell’uomo riservato che conosceva fin dalla nascita poteva non ispirarle una travolgente passione, ma di certo la rispettava e non le avrebbe mai fatto del male.
I figli della coppia, Lucio Cesare e Gaio Cesare erano adorati da Augusto e avrebbero dovuto essere gli eredi designati dell’impero.
Gli sfortunati eredi di Agrippa ed Augusto
Ma la iella pareva perseguitare i successori di Augusto. Agrippa a cinquantun anni si ammalò improvvisamente e morì, lasciando Giulia vedova e incinta e i figli ancora bambini. Giulia si lasciò prendere da un turbine vorticoso di relazioni sbagliate e di azzardi politici. Divenne amante di Iulo Antonio, nemico del padre, pretese poeti invisi al regime come Ovidio, tradì in maniera plateale il nuovo marito Tiberio, che la detestava.
Gaio e Lucio morirono poco dopo, si vocifera avvelenati per ordine di Livia, moglie di Augusto e madre di Tiberio. Giulia fu condannata all’esilio e l’ultimo nato di casa, Agrippa Postumo, mentalmente instabile, fu fatto sgozzare forse per ordine del nonno Augusto o del nuovo successore, Tiberio, quando questi arrivò al potere.
Per vedere un discendente di Agrippa sul trono bisognerà aspettare Caligola, figlio della figlia Agrippina.
Ma dal nonno forse aveva ereditato ben poco.