Accadde oggi: 26 giugno 1574 moriva Giorgio Vasari, l’uomo che “inventò” il Rinascimento.
Ci sono cose che diamo per scontate esistano da sempre, come i periodi storici: c’è l’antichità, c’è il Medioevo, c’è il Rinascimento. Li studiamo con questi nomi sui libri di storia e non ci rendiamo conto che invece questi periodi sono tali perché qualcuno ha deciso ad un certo punto che esistevano e ne ha definito le caratteristiche.
Ecco, per il rinascimento (che lui chiamava rinascita in realtà) questo lo ha fatto Giorgio Vasari. Vasari era un pittore, e un architetto. Lo fu per tutta la vita e anche di ottimo livello.
Ma la sua opera principale non fu una tela e nemmeno un edificio, fu un libro: le vite dei più eccellenti scultori, pittori e architettori. Che è più che un trattato, è un canone. Una specie di registro in cui si raccontano le vite e opere di tutti i grandi che avevano fatto fino a quel momento la storia dell’arte italiana, e quindi mondiale.

L’arte era sempre esistita, e gli artisti anche, ma con Vasari è come se su di loro e sulla loro opera fosse puntato un faro che trasforma tutto.
Non sono più artigiani che hanno botteghe e ricevono commissioni, sono star, sono primedonne, che occupano la scena con le loro idee, le loro manie, le loro interpretazioni. Le archistar di oggi, i performer che calamitano folle alle Biennali in tutto il mondo devono il loro status a lui, Vasari, che trasse l’artista dall’ombra e lo raccontò come un intellettuale a pieno titolo, come nessuno aveva mai fatto prima.
Ė lui che crea una prima lista base di chi conta e di chi non conta, di chi è un genio e di chi resterà nei secoli dei secoli un minore.
E nelle sue righe prende forma anche l’idea che l’Italia abbia creato un qualcosa di coerente e di articolato, non solo un casuale assembramento di artisti in una tornata d’anni. Che il Rinascimento sia stato non un momento ma un movimento, consapevole, strutturato. Non un caso o una botta di fortuna, ma un nuovo mondo.

Ogni volta che ancora oggi entrate in una galleria d’arte o in un museo, guardate un quadro di Leonardo o una statua di Michelangelo, sappiate che un po’ lo vedete con gli occhi suoi, di Vasari. Anche se non lo conoscete sta lì, accanto a voi, dietro alle vostre spalle, a sussurrarvi perché quello è un capolavoro e perché lo dovete conoscere. È il compagno segreto di ogni nostra gita e di ogni nostro fine settimana.
Ciao, Giorgio, e grazie, per tutto,quello che hai fatto, per l’arte e per noi, anche se magari nemmeno ce ne rendiamo conto.
in effetti vasari è più noto per la sua opera letteraria che per il suo talento artistico.
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